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giovedì 27 giugno 2013

ASSEMBLEA PLENARIA CGIE - Il dibattito su “Cittadinanza jus sanguinis e jus soli”

ASSEMBLEA PLENARIA CGIE 
Il dibattito su “Cittadinanza jus sanguinis e jus soli”
Fra gli interventi segnaliamo quelli dei deputati Marco Fedi (Pd), Gianni Farina (Pd), Elena Centemero (Pdl) e Fucsia Nissoli (Scelta Civica)

ROMA –  La prima seduta pomeridiana del Cgie è stata aperta dall’intervento del deputato del Pd Marco Fedi, eletto nella ripartizione Africa, Asia, Oceania e Antartide, che ha illustrato all’assemblea le varie proposte di legge relative alla riforma della cittadinanza. Fedi, dopo aver ricordato che al momento non esiste su questa materia un testo unificato presentato nella Commissione Affari Costituzionali, ha sottolineato la necessità di inserire  nella discussione parlamentare sull’introduzione dello jus soli anche i temi che riguardano gli italiani all’estero, come ad esempio il problema delle donne straniere che hanno perduto la cittadinanza per matrimonio con uomini stranieri e la riapertura dei termini per il riacquisto della cittadinanza da parte dei cittadini italiani nel mondo che l’anno perduta perché residenti in paesi che non prevedevano la possibilità della doppia cittadinanza. “ Per quanto riguarda l’applicazione dello ius soli – ha precisato Fedi – io credo che debba coincidere con la nascita del bambino a condizione che i genitori stranieri risiedano regolarmente in Italia da un certo numero di anni. C’è anche chi parla di sostituire completamente il principio dello jus sanguinis con quello dello jus soli,  ma si tratta di un approccio sbagliato in quanto lo jus soli va affiancato allo jus saguinis. La nostra proposta di legge riconosce in maniera molto razionale entrambi i principi”.

Ha poi preso la parola Carlo Consiglio (Canada), che dopo aver sottolineato l’esigenza di riconoscere la cittadinanza italiana ai bambini nati in Italia da genitori residenti regolarmente in Italia, ha auspicato un percorso parlamentare diverso per le proposte di riforma della cittadinanza che riguardano gli italiani all’estero rispetto alla controversia questione dell’introduzione dello jus soli. Dal canto suo il vice segretario generale per i Paesi Anglofoni Silvana Mangione ha evidenziato la necessità sia di mantenere il principio dello jus sanguinis, l’eliminazione di tale opzione impedirebbe agli italiani all’estero di trasmettere la propria cittadinanza ai figli rischiando di creare anche degli apolidi , sia di prevedere una sanatoria , nel caso di riapertura dei termini della cittadinanza, per i figli minori dei cittadini italiani all’estero nati in Italia che hanno perduta la cittadinanza in seguito alla legge 555 del 1912. “Io non credo – ha proseguito la Mangione -  che riusciremo mai ad avere una riapertura dei termini per il riacquisto della cittadinanza a meno che non si abbia il coraggio di rimettere mano alla trasmissione della cittadinanza in senso ascendente e discendente. Per quanto concerne quella ascendente la trasmissione della cittadinanza dovrebbe fermarsi al grado di parentela del nonno. Dopo questo grado, in pratica dai bisnonni, si trasmette una cittadinanza italiana quiescente da poter far valere se ci si trasferisce in Italia per risiedervi senza bisogno di aspettare il famoso anno. Ma anche per quanto riguarda in senso discendente – ha aggiunto la Mangione - parecchi paesi europei ci insegnano che il nato all’estero dai loro cittadini nasce cittadino di quel paese, ma il nato all’estero dal nato all’estero nasce con una cittadinanza quiescente che riprende pieno titolo appena esso rientrano nel paese di origine dei nonni”. L’importanza dello jus sanguinis è stata evidenziata anche dal vice segretario generale per l’America Latina, Francisco Nardelli che ha ricordato come questo principio sia essenziale, nei paesi dove le nostre comunità hanno raggiunto la quarta e la quinta generazione, per evitare l’assimilazione totale dei nostri connazionali. “D’altro canto – ha affermato Nardelli -  anche il principio dello ius soli è importante perche apre le porte all’integrazione e al radicamento sul territorio dei giovani nati nel nuovo paese di residenza e delle loro famiglie”   

Dal canto suo Walter Petruzziello (Brasile) ha sottolineato come i principi dello jus soli e dello jus sanguinis possano essere complementari fra di loro. “Occorrono - ha spiegato Petruzziello – dei paletti per l’acquisto della cittadinanza da parte dei bambini stranieri, come ad esempio il fatto che i genitori debbano essere legalmente residenti in Italia, ma non credo che sia necessario mettere il limite di tempo dei cinque anni alla loro presenza nel nostro paese”. Petruzziello ha inoltre segnalato il problema del riconoscimento della cittadinanza italiana per i discendenti dell’Impero Austro Ungarico che l’anno perduta. Ha poi preso la parola Augusto Sorriso (Usa), membro del Comitato di Presidenza del Cgie, che si è detto contrario all’inserimento della questione per il recupero della cittadinanza nel più ampio contesto della riforma dello jus soli. Per Sorriso sarebbe inoltre opportuno, per la concessione della cittadinanza ai bambini nati in Italia, vedere non tanto la presenza regolare dei genitori, una questione che non può riguardare i figli, quanto la reale residenza dei bambini sul territorio del paese di accoglienza .

La necessità di trovare un nuovo equilibrio far i principi dello jus soli e dello jus sanguinis è stata sottolineata dal membro del Comitato di Presidenza Norberto Lombardi che ha anche evidenziato come a tutt’oggi vi sia il rischio che le problematiche in questo campo che riguardano gli italiani all’estero, come ad esempio quello del riacquisto della cittadinanza , vengano accantonate. Per Lombardi occorre dunque un Odg del Cgie che dia valore alla questione dello jus soli , ma al contempo chieda risposte sensate e immediate anche per le questioni degli italiani nel mondo, come la situazione delle donne che hanno perduto la cittadinanza per matrimoni con stranieri e non l’hanno potuta trasmettere e di chi deve recuperare la cittadinanza italiana abbandonata per ragioni di lavoro all’estero. Anche Lombardi ha poi auspicato dei limiti, al fine di non spaventare i legislatori,  per quanto riguarda il grado di discendenza che da diritto al riconoscimento della cittadinanza italiana.  L’esigenza di avere risposte immediate alle problematiche sulla cittadinanza degli italiani all’estero è stata sottolineata anche dal consigliere Paolo Castellani (Cile) che ha inoltre auspicato il riconoscimento della nostra cittadinanza ai bambini stranieri nati in Italia e il mantenimento dello jus sanguini al fianco dello jus soli.

“Io credo – ha affermato il deputato del Pd Gianni Farina eletto nella ripartizione Europa -  che dobbiamo dire no a chi ripropone ulteriori rinvii delle elezioni dei Comites oramai portati allo sfinimento degli anni e da una politica irrispettosa della storia italiana all’estero…Personalmente – ha proseguito Farina che critica l’utilizzo del voto elettronico per le prossime elezioni degli organi di rappresentanza degli italiani all’estero - penso che il Cgie debba proporre il rinnovo dei Comites entro l’autunno di quest’anno, anche per evitare ingorghi istituzionali nel 2014 quando vi saranno le elezioni amministrative ed europee, con l’attuale legge che è di ottima fattura e se non  fosse possibile con il voto per corrispondenza, con un voto diretto, libero e segreto come si è sempre votato fino all’entrata in vigore del  voto per corrispondenza. C’è bisogno – ha aggiunto Farina - di nuova linfa, nuovi protagonisti per ritrovare la via virtuosa della partecipazione democratica. Occorre rinnovare i Comites e il Cgie dove ancora combattono tante intelligenze e professionalità” . Farina ha anche sottolineato l’esigenza di vigilare con attenzione, nell’ambito delle riforme costituzionali, sul possibile annullamento della circoscrizione Estero.

Dopo l’intervento di Claudio Pieroni (Brasile) che ha auspicato la riduzione dei tempi di attesa per il riconoscimento della cittadinanza italiana, un problema che oggi in Brasile interessa circa 300.000 persone, Alberto Bertali (Gran Bretagna) ha evidenziato la necessità di dare la cittadinanza ai bambini nati in Italia ma anche di prevedere, per la concessione agli adulti di questo diritto, delle prove per saggiare la conoscenza della nostra lingua, cultura e costituzione. L’esigenza di dividere la questione dello ius soli da quelle riguardanti gli italiani all’estero è stata sostenuta dal consigliere Tullio Cerciello (Stati Uniti) che ha anche sottolineato la necessità di difendere l’italianità e di dare la cittadinanza italiana solo agli immigrati che rispettano gli usi, i costumi e le leggi del paese di residenza.

Dal vice segretario generale per l’Europa e l’Africa del Nord, Lorenzo Losi è stata invece segnalata la questione, in attesa che venga completato il percorso della cittadinanza europea,  dei numerosi cittadini con doppia cittadinanza che sono al contempo elettori passivi ed attivi per l’Italia e per la Gran Bretagna. Un problema che per Losi andrebbe sanato.

Il consigliere del Cgie Luciano Neri (Pd) ha ricordato come nel mondo l’intreccio delle migrazioni abbia sempre prodotto civiltà più alte, più colte e più ricche. Un intreccio dunque, che per Neri, può essere può essere paragonato “ all’evoluzione del mondo, sapendo che ogni conquista porta con se una perdita. Vi è sempre – ha spiegato Neri - una cosa che si incontra è una che si perde questo è il principio dell’evoluzione. Se rimaniamo aggrappati al principio di quello che siamo andiamo contro l’evoluzione”.

Ha poi nuovamente preso la parola il deputato Marco Fedi (Pd) che ha chiesto al Cgie di decidere quale approccio avere su questo tema, soprattutto per quanto riguarda la scelta fra la presentazione di una riforma complessiva sulla cittadinanza con l’introduzione dello jus soli e la elaborazione di un provvedimento limitato al recupero della cittadinanza degli italiani all’estero. Al deputato del Pd ha risposto il segretario generale Elio Carozza  che ha ipotizzato una possibile convergenza del Cgie su di un Odg che metta insieme lo Jus soli e le questioni degli italiani all’estero.

Dopo l’intervento della deputata del Pdl Elena Centemero che ha annunciato l’avvio entro la prossima settimana nella Commissione Affari Costituzionali della discussione sulla riforma della cittadinanza ed ha assicurato che in questo contesto verrà ascoltato anche il parere del Cgie, la deputata di Scelta Civica per l’Italia Fucsia Nissoli, eletta nella ripartizione  America Settentrionale e Centrale ha ricordato che il Cgie “rappresenta quel mondo dell’Italia all’estero che cerca ascolto in madre patria. Ma come è noto – ha proseguito la deputata - il mondo è in continua evoluzione e i flussi migratori conseguentemente sono soggetti ai mutamenti sociali, economici e culturali. Ci troviamo di fronte – ha aggiunto la parlamentare - a grandi cambiamenti globali anche sul piano dell’emigrazione che segna una forte ripresa con protagonisti giovani qualificati spinti  della crisi economica. Una vera e propria ondata migratoria, complessa nel suo insieme, che deve essere pienamente rappresentata in questo organismo essenziale per individuare piste efficaci ed efficienti di coinvolgimento della comunità italiana nel mondo con il sistema Italia. Nella scorsa legislatura – ha proseguito la Nissoli- per rispondere ai cambiamenti globali sono rivisti i rapporti fra le strutture di promozione del made in Italy all’estero e di conseguenza ritengo che sia necessario che anche gli organismi di rappresentanza siano adeguati ai tempi ed opportunamente riformati,  rivitalizzati anche prevedendo un chiaro ed evidente coinvolgimento delle nuove generazioni”. La Nissoli ha poi auspicato un’azione comune e un ruolo attivo della variegata galassia dei nostri connazionali nel mondo,  per far sopravvivere, nel rinnovato quadro delle riforme costituzionali, la rappresentanza degli italiani all’estero nella distinzione dei ruoli sia in parlamento che nei Comites e nel Cgie. Da segnalare infine la presenza durante tutto il dibattito dei deputati  della circoscrizione Estero Fabio Porta (Pd) e Renata Bueno (Usei –Maie) e del senatore Fausto Longo (Psi)  (Goffredo Morgia /Inform)

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