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mercoledì 26 giugno 2013

CGIE - Il dibattito successivo alle relazioni di governo e del segretario generale, Elio Carozza


ASSEMBLEA PLENARIA CGIE

Il dibattito successivo alle relazioni di governo e del segretario generale, Elio Carozza

Oltre ai consiglieri sono intervenuti i parlamentari Claudio Micheloni (Pd- ripartizione Europa), Fabio Porta (Pd – America meridionale), Stefania Giannini (Sc), Elena Centemero (Pdl), Marco Fedi (Pd – Africa, Asia, Oceania e Antartide), Ricardo Merlo (Maie – America meridionale), Francesco Giacobbe (Pd - Africa, Asia, Oceania e Antartide) e Francesca La Marca (Pd – America settentrionale e centrale)

 

 


ROMA – Sono intervenuti alla prima mattinata di lavori della plenaria del Cgie, oltre ad alcuni consiglieri, anche una nutrita delegazione di parlamentari eletti nella circoscrizione Estero e non solo.



Per il Comitato per le questioni degli italiani all’estero del Senato è intervenuto il presidente Claudio Micheloni, eletto per il Pd nella ripartizione Europa, che ha ricordato i primi passi mossi dall’organismo. Annunciando la ripresa dell’indagine sulla rete diplomatico-consolare italiana all’estero, avviata nella scorsa legislatura, Micheloni ha chiesto ai rappresentanti del governo se si stiano elaborando ipotesi di chiusura e, se sì, di quali sedi, esprimendo anche preoccupazione per gli effetti del voto elettronico sulla partecipazione dei connazionali al rinnovo dei Comites. “La settimana scorsa sono stato a Charleroi, sede cui è possibile accedere attraverso il sistema informatico Secoli, ma mi risulta che sui 147.000 connazionali che fanno riferimento alla sede solo 300 abbiano sino ad oggi utilizzato questo strumento – afferma l’esponente democratico. Sul fronte lingua e cultura italiana viene annunciato l’impegno del Comitato nell’indagine conoscitiva sulla diffusione di lingua e cultura italiana all’estero che sarà istruita dalla Commissione Cultura del Senato e la collaborazione con la Commissione Finanza sul tema dell’Imu, che i connazionali attualmente pagano per l’abitazione posseduta in Italia considerata come seconda casa. “Vorrei anche ribadire che la spendig review è un’azione di revisione, e non di riduzione, della spesa pubblica, per cui i risparmi ottenuti devono essere investiti in capitoli di spesa sottodimensionati – afferma Micheloni, che appare poi poco ottimista sul mantenimento della presenza parlamentare degli eletti nella circoscrizione Estero. A proposito viene però annunciata un’iniziativa al Senato, il prossimo 19 luglio, con rappresentanti del governo – in particolare il ministro per le Riforme costituzionali, Gaetano Quagliariello – e delegazioni di parlamentari eletti dai residenti all’estero in altri Parlamenti. “L’obiettivo – afferma Micheloni – è far capire come il voto all’estero non sia un’anomalia italiana, ma uno strumento importante adottato anche da altri Paesi”. Nel caso la rappresentanza parlamentare del collegio Estero non fosse più garantita, per l’esponente democratico è necessario agire per “lasciare ai connazionali all’estero delle istituzioni forti” e quindi riprendere le ipotesi di riforma di Comites e Cgie formulati in passato, trasformandoli alla luce delle riforme istituzionali adottate.



Auspica una rapida costituzione del Comitato per le questioni degli italiani all’estero anche alla Camera Fabio Porta, deputato eletto per il Pd nella ripartizione America meridionale. Per Porta il Paese sta attraversando un momento, anche dal punto di vista politico, molto delicato, in cui “è necessario decidere se vogliamo valorizzare le nostre collettività all’estero oppure lasciarle nel limbo in cui sono state sino ad oggi”. “Noi e le nostre collettività all’estero dobbiamo aiutare questo governo a riempire di contenuti lo slogan oggi utilizzato per la nostra politica estera, caratterizzata come diplomazia della crescita – prosegue Porta, segnalando come l’innovazione dei contenuti debba derivare anche dai cambiamenti del fenomeno migratorio, in ingresso e in uscita dal nostro Paese. Per questo egli ritiene indispensabile intervenire su temi come la cittadinanza, favorendo lo ius soli, o sul sistema di sicurezza sociale internazionale, alla luce dei cambiamenti intervenuti nel mondo del lavoro e pensionistico negli ultimi anni.



Dopo un ricordo di Enzo Centofanti da parte di Giacomo Canepa (Perù), è intervenuto Michele Consiglio (Acli) il quale sollecita una visione strategica sul tema degli italiani all’estero da parte del governo, visione che tenga conto anche del fenomeno delle nuove mobilità, su cui è necessaria un’analisi più approfondita. Condivide dunque la proposta di un osservatorio suggerita dal segretario generale del Cgie, Elio Carozza, e ribadisce come non ci si debba limitare ad una ricognizione dell’associazionismo, quanto prevedere anche una politica di promozione di queste realtà. Sulla promozione di lingua e cultura è intervenuta Stefania Giannini (Sc), membro della Commissione Cultura del Senato, che sottolinea la necessità di integrare i molteplici soggetti che si occupano della materia attraverso un sistema di qualità e accreditamento di strumenti e modelli più efficaci alla diffusione dell’italiano. Sollecitata anche una formazione più specifica per gli insegnanti che operano all’estero. Da Francesco Fatiga la proposta di affidare la titolarità delle politiche per gli italiani all’estero alla presidenza del Consiglio dei ministri e l’attuazione degli interventi ad un’agenzia autonoma, libera dai vincoli della burocrazia e sostenuta da finanziamenti pubblici e privati, che agisca con criteri strettamente manageriali e in coordinamento con le Regioni. Una proposta condivisa nel suo intervento anche da Primo Siena (Cile).



Per le Regioni è intervenuta invece Silvia Bartolini, richiamando il Parlamento ad elaborare subito una legge sulla promozione di lingua e cultura italiana, sulla scorta delle conclusioni tratte dal seminario, insistendo sul coinvolgimento attivo in questo tema dei giovani italiani all’estero e sul rinnovo dei Comites. Indispensabile – dice - anche la riflessione sul sistema di rappresentanza degli italiani all’estero, tema su cui Cgie, Regioni e Mae stanno organizzando un seminario. Per quanto riguarda la ricognizione delle associazioni, già effettuata da Regioni come l’Emilia Romagna, l’auspicio è che tale analisi sia condotta in modo attento ed evitando criteri troppo rigidi.



Per la Commissione Cultura e Affari Costituzionali della Camera è intervenuta Elena Centemero (Pdl) che ha sottolineato come un’indagine sulla promozione della cultura italiana all’estero sia stata già avviata nella passata legislatura e occorra dunque riprenderla. Per le riforme costituzionali e il sistema di rappresentanza degli italiani all’estero rileva invece l’importanza del seminario che verrà organizzato. Critico sulla lunga esistenza in vita di questo Cgie, Luciano Neri, che evidenzia come sia Comites che Cgie vadano riformati alla luce della trasformazioni del fenomeno migratorio e non solo. “La politica non ha bisogno di tecnici, ma di politica – avverte Neri, sollecitando il Cgie a sviluppare una “radicalità di pensiero” utile ad arricchire il dibattito pubblico ed incalzare il governo su questioni su cui è necessario proporre soluzioni innovative.



“Si può discutere sullo strumento con cui realizzare meglio la partecipazione politica, ma non mettere in discussione il voto all’estero – afferma Marco Fedi, deputato eletto per il Pd nella ripartizione Africa, Asia, Oceania e Antartide, che condivide l’esigenza di attendere l’esito delle riforme isituzionali per poi articolare una riforma della rappresentanza. Condivisa da Fedi anche la sollecitazione formulata sulla spending review da Micheloni. Per il Movimento Associativo Italiani all’Estero interviene Ricardo Merlo, deputato eletto nella ripartizione America meridionale, che, al contrario del presidente del Comitato per le questioni degli italiani all’estero del Senato, si dice più ottimista riguardo al futuro della rappresentanza parlamentare eletta nel collegio Estero. “Siamo d’accordo con i suggerimenti di Carozza sull’inversione dell’opzione e credo che si potrebbe pensare anche all’allestimento di seggi in sedi consolari in cui la presenza di connazionali è importante – afferma Merlo, mentre sollecita il rapido rinnovo di Comites e Cgie “strumento di collegamento indispensabile con il territorio per noi eletti all’estero”. “Se poi si decidesse di eliminare la circoscrizione Estero, i connazionali voterebbero comunque per i parlamentari residenti in Italia, magari riequilibrando la sottorappresentanza che oggi registriamo – afferma il presidente del Maie, che segnala poi il problema dei pensionati italiani in Argentina (circa 33.000 persone), che ricevono in pesos un reddito inferiore anche del 50% rispetto al dovuto, visti i tassi di cambio sull’euro applicati dal governo argentino. Per Merlo una soluzione potrebbe essere – come avviene nel caso francese, rileva – di corrispondere le pensioni presso i consolati italiani. Sul ruolo dei patronati nell’assistenza ai connazionali all’estero si sofferma Dino Nardi (Svizzera), che sollecita anche un fronte comune tra Cgie, Comites e parlamentari eletti all’estero per la soluzione della questione Imu.



Ripercorre l’attività sin qui svolta in Commissione Cultura alla Camera Francesca La Marca, deputata eletta per il Pd nella ripartizione America settentrionale e centrale – tra essa, le audizioni con i ministri dell’Istruzione, Maria Chiara Carrozza e una prossima audizione con il ministro per i Beni e le Attività Culturali, Massimo Bray. Mentre conviene sull’opportunità di accrescere gli investimenti sulla ricerca italiana e per valorizzare le rete di ricercatori italiani all’estero, al ministro Bray annuncia di voler proporre una legge per incentivare il turismo di ritorno, anche in concorso con le Regioni, e per il mantenimento e il miglioramento del Museo dell’Emigrazione Italiana. La Marca si è soffermata inoltre sui fondi destinati ai periodici italiani pubblicati all’estero, la cui insufficienza ha determinato recentemente la chiusura del Corriere canadese, questione su cui sottolinea di aver inoltrato un’interrogazione al governo. Aperture anche sullo ius soli, “riflessione normativa che deve essere vista – dice - quale occasione di dialogo per un maggior equilibrio con il principio dello ius sanguinis”.



“I periodi di crisi possono trasformarsi in grandi opportunità – ha detto Francesco Giacobbe, senatore eletto per il Pd nella ripartizione Africa, Asia, Oceania e Antartide, rilevando come proprio la riflessione sulle riforme istituzionali possa divenire il momento per rilanciare un’immagine diversa degli italiani all’estero, immagine che associ le risorse loro destinate a investimenti. “I nostri connazionali all’estero possono aiutarci a superare alcuni limiti della nostra economia, ad esempio favorendo l’apertura di mercati molto importanti come quello cinese – ha aggiunto Giacobbe, concordando sulla necessità di promuovere la lingua italiana all’estero, “non solo quale lingua d’emigrazione, ma quale valore aggiunto” della cultura e della formazione di alta qualità.



Michele Schiavone (Svizzera) ha invece sollevato alcune critiche sull’intervento del governo formulato dal vice ministro agli Esteri Bruno Archi, definito “arcaico” e “asettico” nel modo di presentare la complessa realtà degli italiani all’estero, sollecitando la necessità di riportare i temi trattati nella plenaria all’attenzione del dibattito pubblico e politico più generale.



Archi ha risposto rilevando di aver preso nota di tutti i temi sollevati nel corso del dibattito, nella consapevolezza che sulla materia non esistano solo luci ma anche “molte ombre e criticità”. “Sulle questioni sottoposte all’attenzione di questa assemblea garantisco il mio impegno personale, quello del governo e del Mae per la ricerca di soluzioni e percorsi praticabili nel difficile momento che stiamo attraversando – ha affermato Archi, annunciando la sua presenza, l’8 agosto prossimo, alla commemorazione della tragedia mineraria di Marcinelle. (V.P. – Inform)

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