ESTERI
La
visita di Lapo Pistelli in Libano
Siria,
Unifil e Cooperazione Italiana. Il vice ministro ai militari italiani:“Siate
orgogliosi. Noi siamo con voi”
ROMA - Un viaggio alla scoperta delle
diverse azioni politiche, di cooperazione e militari dell'Italia nel Paese dei
Cedri. E’ stato questo il principale binario lungo il quale si è sviluppata la
visita del Viceministro degli Affari Esteri italiano con delega alla
Cooperazione allo sviluppo, Lapo Pistelli, recatosi in Libano il 25 e 26
giugno. Tante le tappe della visita di Pistelli: da Beirut, dove il
Viceministro ha tra gli altri incontrato il presidente della Repubblica
libanese Michel Suleiman, il primo ministro designato Tammam Salam e il
presidente del parlamento Nabih Berri. Nel pomeriggio del 25 giugno Pistelli ha
fatto poi tappa nella base militare di Shamaa, sede del comando della missione
italiana inquadrata nel contingente Onu nel Sud del Libano (Unifil) per poi
recarsi, nella mattinata del 26 giugno, nel campo profughi palestinese di
Shatila e nella valle della Bekaa, entrambi luoghi dove sono evidenti gli
effetti del conflitto siriano.
E proprio la crisi siriana è stata il ‘fil
rouge’ del tour di Lapo Pistelli in Libano. Il Paese “rischia, assieme alla
Giordania, di essere la prima vittima del conflitto siriano per il contagio che
si sta creando”, ha affermato il Viceministro degli Esteri, rimarcando come il
Libano stia pagando “un prezzo impressionante in termini di accoglienza ai
rifugiati siriani e palestinesi. E a tal proposito vorrei che i miei
connazionali pensassero per un attimo se l'Italia dovesse farsi carico per un
anno di sei milioni di rifugiati, che in termini percentuali è la stessa
quantità di rifugiati presenti in Libano. Si tratta in particolare - ha
concluso - di fasce più vulnerabili della popolazione, donne e bambini".
Al termine del colloquio col presidente del parlamento libanese, Nabih Berri,
Pistelli ha affermato come Berri “condivida con noi la valutazione che bisogna
impiegare ogni sforzo possibile per arrivare alla conferenza internazionale di
Ginevra. E in particolare condivide l'idea che è maturo il tempo di imporre una
soluzione ai siriani. Ciascuno deve assumersi le proprie responsabilità. A
cominciare dagli Stati Uniti e dalla Russia, ma anche Arabia Saudita, Turchia,
Egitto e Iran devono svolgere un ruolo in tal senso”. E PIstelli e Berri hanno
anche convenuto sul fatto che “se fallisce la conferenza di Ginevra si rischia
di vedere la Siria frantumarsi", ha sottolineato il Viceministro.
In evidenza, nel corso degli incontri, anche
la delicata situazione politica del Paese, da oltre due mesi in attesa della
creazione di un nuovo esecutivo e con le consultazioni avviate dal premier
designato Salam costantemente segnate dalle tensioni derivanti dal vicino
conflitto siriano. “Il Libano – ha spiegato Pistelli - ha bisogno quanto prima
di un governo politico di unità nazionale anche per fronteggiare meglio i
rischi di un contagio della crisi siriana” e “l'Italia, senza operare alcuna
interferenza, sostiene lo sforzo del premier designato per formare a breve un
governo politico di unità nazionale".
Ma a segnare il viaggio di Lapo Pistelli è
stata anche l’approccio dell’Italia al Paese mediorientale e all’intera
regione. Un’azione che – secondo quanto rimarcato dallo stesso Pistelli - in
Libano si muove come un tridente, con una punta politica, con un'altra della
cooperazione allo sviluppo e una terza dei militari impegnati nel contingente
Onu (Unifil). E proprio i militari italiani sono stati il fulcro della sua
seconda tappa nel paese dei Cedri, la base di Shamaa, situata a sud-est di Tiro
e a poche decine di chilometri dalla Linea blu di demarcazione con Israele.
Giunto in elicottero da Beirut, il Viceministro e' stato accolto alla base dal
generale di brigata Vasco Angelotti della Brigata di Cavalleria Pozzuolo del
Friuli e, da maggio scorso fino al novembre prossimo, comandante del
contingente italiano responsabile a sua volta del Settore occidentale dell'Area
di responsabilità dell'Unifil. “Siate orgogliosi. Noi siamo con voi”, sono
state le parole rivolte dal Viceministro agli ufficiali responsabili delle
diverse task force inquadrate nel contingente italiano, ai quali Pistelli ha
ancora una volta ribadito "l'importanza della vostra presenza nel sud del
Libano”.
La Cooperazione italiana e la tragedia
umanitaria legata alla crisi siriana, sono stati invece i principali temi del
secondo e ultimo giorno di Pistelli in Libano, dove, nella mattinata del 26
giugno il Viceministro ha fatto tappa al campo profughi palestinese di Shatila,
a Beirut, dove ha incontrato rappresentanti dell'Onu (Unrwa) ed e' stato ricevuto,
tra l'altro, da famiglie di rifugiati palestinesi provenienti dalla vicina
Siria, dove imperversa una guerra che ha mietuto più di 100mila morti in circa
due anni e almeno 500mila profughi in Libano, tra cui 70mila di origine
palestinese. Il programma degli incontri odierni del vice ministro prevede la
visita a un campo profughi siriano nella valle orientale della Bekaa e a un
progetto della Cooperazione italiana allo sviluppo, sempre nella Bekaa, regione
dove, oltre all’emergenza profughi si registrano crescenti e violente tensioni
di matrice religiosa legate al conflitto nella vicina Siria. Prima di
riprendere il volo per Roma questa sera, a Beirut Pistelli incontrerà nel
pomeriggio il ministro dimissionario degli affari sociali, Wael Bou Faour, e
visiterà il museo nazionale dove è ospitata, tra l'altro, la Tomba di Tiro, un
monumento funerario scoperto negli anni scorsi nel porto meridionale libanese e
interamente restaurato da esperti italiani con finanziamenti della cooperazione
italiana.(Inform)
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