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mercoledì 26 giugno 2013

La visita di Lapo Pistelli in Libano


ESTERI 

La visita di Lapo Pistelli in Libano

Siria, Unifil e Cooperazione Italiana. Il vice ministro ai militari italiani:“Siate orgogliosi. Noi siamo con voi”

 

ROMA - Un viaggio alla scoperta delle diverse azioni politiche, di cooperazione e militari dell'Italia nel Paese dei Cedri. E’ stato questo il principale binario lungo il quale si è sviluppata la visita del Viceministro degli Affari Esteri italiano con delega alla Cooperazione allo sviluppo, Lapo Pistelli, recatosi in Libano il 25 e 26 giugno. Tante le tappe della visita di Pistelli: da Beirut, dove il Viceministro ha tra gli altri incontrato il presidente della Repubblica libanese Michel Suleiman, il primo ministro designato Tammam Salam e il presidente del parlamento Nabih Berri. Nel pomeriggio del 25 giugno Pistelli ha fatto poi tappa nella base militare di Shamaa, sede del comando della missione italiana inquadrata nel contingente Onu nel Sud del Libano (Unifil) per poi recarsi, nella mattinata del 26 giugno, nel campo profughi palestinese di Shatila e nella valle della Bekaa, entrambi luoghi dove sono evidenti gli effetti del conflitto siriano.
 

E proprio la crisi siriana è stata il ‘fil rouge’ del tour di Lapo Pistelli in Libano. Il Paese “rischia, assieme alla Giordania, di essere la prima vittima del conflitto siriano per il contagio che si sta creando”, ha affermato il Viceministro degli Esteri, rimarcando come il Libano stia pagando “un prezzo impressionante in termini di accoglienza ai rifugiati siriani e palestinesi. E a tal proposito vorrei che i miei connazionali pensassero per un attimo se l'Italia dovesse farsi carico per un anno di sei milioni di rifugiati, che in termini percentuali è la stessa quantità di rifugiati presenti in Libano. Si tratta in particolare - ha concluso - di fasce più vulnerabili della popolazione, donne e bambini". Al termine del colloquio col presidente del parlamento libanese, Nabih Berri, Pistelli ha affermato come Berri “condivida con noi la valutazione che bisogna impiegare ogni sforzo possibile per arrivare alla conferenza internazionale di Ginevra. E in particolare condivide l'idea che è maturo il tempo di imporre una soluzione ai siriani. Ciascuno deve assumersi le proprie responsabilità. A cominciare dagli Stati Uniti e dalla Russia, ma anche Arabia Saudita, Turchia, Egitto e Iran devono svolgere un ruolo in tal senso”. E PIstelli e Berri hanno anche convenuto sul fatto che “se fallisce la conferenza di Ginevra si rischia di vedere la Siria frantumarsi", ha sottolineato il Viceministro.


In evidenza, nel corso degli incontri, anche la delicata situazione politica del Paese, da oltre due mesi in attesa della creazione di un nuovo esecutivo e con le consultazioni avviate dal premier designato Salam costantemente segnate dalle tensioni derivanti dal vicino conflitto siriano. “Il Libano – ha spiegato Pistelli - ha bisogno quanto prima di un governo politico di unità nazionale anche per fronteggiare meglio i rischi di un contagio della crisi siriana” e “l'Italia, senza operare alcuna interferenza, sostiene lo sforzo del premier designato per formare a breve un governo politico di unità nazionale".
 

Ma a segnare il viaggio di Lapo Pistelli è stata anche l’approccio dell’Italia al Paese mediorientale e all’intera regione. Un’azione che – secondo quanto rimarcato dallo stesso Pistelli - in Libano si muove come un tridente, con una punta politica, con un'altra della cooperazione allo sviluppo e una terza dei militari impegnati nel contingente Onu (Unifil). E proprio i militari italiani sono stati il fulcro della sua seconda tappa nel paese dei Cedri, la base di Shamaa, situata a sud-est di Tiro e a poche decine di chilometri dalla Linea blu di demarcazione con Israele. Giunto in elicottero da Beirut, il Viceministro e' stato accolto alla base dal generale di brigata Vasco Angelotti della Brigata di Cavalleria Pozzuolo del Friuli e, da maggio scorso fino al novembre prossimo, comandante del contingente italiano responsabile a sua volta del Settore occidentale dell'Area di responsabilità dell'Unifil. “Siate orgogliosi. Noi siamo con voi”, sono state le parole rivolte dal Viceministro agli ufficiali responsabili delle diverse task force inquadrate nel contingente italiano, ai quali Pistelli ha ancora una volta ribadito "l'importanza della vostra presenza nel sud del Libano”.


La Cooperazione italiana e la tragedia umanitaria legata alla crisi siriana, sono stati invece i principali temi del secondo e ultimo giorno di Pistelli in Libano, dove, nella mattinata del 26 giugno il Viceministro ha fatto tappa al campo profughi palestinese di Shatila, a Beirut, dove ha incontrato rappresentanti dell'Onu (Unrwa) ed e' stato ricevuto, tra l'altro, da famiglie di rifugiati palestinesi provenienti dalla vicina Siria, dove imperversa una guerra che ha mietuto più di 100mila morti in circa due anni e almeno 500mila profughi in Libano, tra cui 70mila di origine palestinese. Il programma degli incontri odierni del vice ministro prevede la visita a un campo profughi siriano nella valle orientale della Bekaa e a un progetto della Cooperazione italiana allo sviluppo, sempre nella Bekaa, regione dove, oltre all’emergenza profughi si registrano crescenti e violente tensioni di matrice religiosa legate al conflitto nella vicina Siria. Prima di riprendere il volo per Roma questa sera, a Beirut Pistelli incontrerà nel pomeriggio il ministro dimissionario degli affari sociali, Wael Bou Faour, e visiterà il museo nazionale dove è ospitata, tra l'altro, la Tomba di Tiro, un monumento funerario scoperto negli anni scorsi nel porto meridionale libanese e interamente restaurato da esperti italiani con finanziamenti della cooperazione italiana.(Inform)

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