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giovedì 27 giugno 2013

Gabriele Bentoglio (Pontificio Consiglio migranti e itineranti) al corso di pastorale migratoria

FONDAZIONE MIGRANTES

Gabriele Bentoglio (Pontificio Consiglio migranti e itineranti) al corso di pastorale migratoria

Nuove sfide e nuove opportunità dal mondo migratorio


ROMA - Tutte le aree del mondo stanno sperimentando sempre di più il cambiamento verso società plurietniche e multireligiose. La pastorale ecclesiale della mobilità umana, molto opportunamente, è diversificata e strettamente connessa alle strategie d’integrazione adottate nei singoli Paesi dei cinque continenti”. Lo ha detto padre Gabriele Bentoglio, sottosegretario del Pontificio Consiglio per i Migranti e gli Itineranti, intervenendo al corso di formazione promosso a Roma dalla Fondazione Migrantes e destinato ai nuovi operatori pastorali. Per il religioso le varie Conferenze episcopali intraprendono iniziative per sensibilizzare sia gli organismi civili istituzionali sia i fedeli affinché abbiano una visione realistica del fatto migratorio, evitando atteggiamenti di xenofobia, di razzismo e di pregiudizio che criminalizzano lo straniero, oltre a incoraggiare la promulgazione di adeguate normative, che tengano conto dei diritti e dei doveri di ciascuno.

Le Chiese locali, che devono confrontarsi con una presenza crescente di persone giunte da altre aree geografiche e culturali – ha detto – “non sono indifferenti a coloro che lasciano la propria casa e cercano rapporti nuovi e universali, rendendo attuale l’evento della Pentecoste. Occorre, perciò, ipotizzare forme nuove di pastorale intercomunitaria, dove le minoranze siano rispettate e non ci si limiti a favorire soltanto un po’ di folklore etnico nelle periodiche ‘feste dei popoli’ e nelle iniziative, pur lodevoli, che qualche volta nell’arco dell’anno danno spazio e visibilità anche ai gruppi di immigrati”.

“Tutto necessita di continuo aggiornamento: il volto del mondo - ha spiegato padre Bentoglio - continua a cambiare e a trasformarsi e il movimento delle persone produce nuove sfide e nuove opportunità. La Chiesa, in particolare, nel raccogliere l’invito alla nuova evangelizzazione, mentre vive l’Anno della Fede, non può ignorare questo fatto che tocca milioni di persone, in situazioni talvolta drammatiche e tragiche”.

Davanti a noi si apre, per padre Bentoglio, “un terreno fertile perché la parola del Signore si diffonda, coltivato con l’ottimismo cristiano, non nel senso di un vago spiritualismo o di un ingenuo buonismo, ma nella certezza che il tempo che stiamo vivendo è arricchito dall’opportunità dei movimenti migratori. Si tratta di fenomeni che, ovviamente, devono essere regolati dalle normative nazionali e internazionali, liberandoli dalle piaghe della povertà, dello sfruttamento, del traffico di organi e di persone. Allora, anche la mobilità umana può diventare una benedizione per il dialogo tra i popoli, la convivenza nella giustizia e nella pace, l’annuncio evangelico della salvezza in Gesù Cristo, ma solo quando vi è attenzione a tutelare la centralità e la dignità di ogni persona umana, nella promozione dell’autentico bene comune”. (Migrantes online /Inform)

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