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mercoledì 26 giugno 2013

Il vice ministro degli Esteri Lapo Pistelli a Beirut

MEDIO ORIENTE

Il vice ministro degli Esteri Lapo Pistelli a Beirut

Il Libano paga un prezzo impressionante per la crisi siriana. Sei milioni di rifugiati


ROMA - Il Libano paga un prezzo impressionante per la guerra in Siria, soprattutto in termini di accoglienza dei rifugiati: lo ha detto ieri il vice ministro degli Esteri con delega alla Cooperazione Lapo Pistelli, in visita nel Paese. Parlando a margine degli incontri avuti a Beirut con le più alte cariche istituzionali libanesi, Pistelli ha affermato che "il Libano rischia, assieme alla Giordania, di essere la prima vittima del conflitto siriano per il contagio che si sta creando.

"Il Paese - ha proseguito il vice ministro - sta pagando un prezzo impressionante in termini di accoglienza ai rifugiati siriani e palestinesi. E a tal proposito vorrei che i miei connazionali pensassero per un attimo se l'Italia dovesse farsi carico per un anno di sei milioni di rifugiati, che in termini percentuali è la stessa quantità di rifugiati presenti in Libano. Si tratta in particolare - ha concluso - di fasce più vulnerabili della popolazione, donne e bambini".

Siria: la comunità internazionale deve imporre soluzione

Sulla crisi siriana, Pistelli ha poi sottolineato che è tempo che la comunità internazionale imponga una soluzione ai siriani e che ciascun attore mondiale e regionale si assuma le proprie responsabilità. Al termine del colloquio col presidente del parlamento libanese, Nabih Berri, Pistelli ha affermato: "Berri condivide con noi la valutazione che bisogna impiegare ogni sforzo possibile per arrivare alla conferenza internazionale di Ginevra. E in particolare condivide l'idea che è maturo il tempo di imporre una soluzione ai siriani". "Ciascuno - ha aggiunto Pistelli - deve assumersi le proprie responsabilità. A cominciare dagli Stati Uniti e dalla Russia, ma anche Arabia Saudita, Turchia, Egitto e Iran devono svolgere un ruolo in tal senso. Assieme a Berri - ha concluso il vice ministro - abbiamo convenuto che se fallisce la conferenza di Ginevra si rischia di vedere la Siria frantumarsi". (Inform)

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