ASSEMBLEA PLENARIA CGIE
Nell’ultima
giornata di lavori un approfondimento sulle nuove mobilità
All’intervento
di Carlo Erio, presidente della Commissione Nuove Emigrazioni e Generazioni Nuove,
sono seguiti quelli di Antonio Inchingoli (Commissione Stato, Regioni, Province
autonome e Cgie), Pasquale Nestico (Tutela sanitaria) e Anna Ruedeberg del
gruppo Donne
ROMA – Un approfondimento sul tema delle nuove
mobilità ha aperto stamani l’ultima giornata dei lavori dell’assemblea plenaria
del Consiglio Generale degli Italiani all’Estero. A riassumere alcuni dati
indicativi sul fenomeno Carlo Erio, presidente della Commissione Nuove
Emigrazioni e Generazioni Nuove, che ha evidenziato come il tema sarà oggetto
di discussione ed esame nei prossimi incontri delle Commissioni continentali,
in preparazione di un confronto programmato alla prossima plenaria del Cgie. I
consiglieri potranno così riferire delle caratteristiche riscontrare nelle
nuove mobilità verso le differenti aree geografiche e apportare un contributo
alla conoscenza del fenomeno. “Ferme restando le conclusioni seguite alla
Conferenza dei giovani italiani nel mondo, oggi sono sorti nuovi problemi e
fatti che coinvolgono in particolare giovani italiani che lasciano il Paese in
cerca di un futuro migliore all’estero – ha affermato Erio, parlando di 120.000
giovani che in Europa si spostano – in prevalenza del Sud - anche insieme alle
loro famiglie. Secondo dati Ocse i connazionali prediligono Paesi come la
Germania, la Francia, la Gran Bretagna e la Svizzera, seguita da destinazioni
in Nord e Sud America. Un incremento delle partenze si è registrato nel nostro
Paese dal 2011 e le motivazioni alla base di esse sono legate a possibilità di carriera
(per il 68% dei casi), un reddito più alto (38%) e una qualità della vita
migliore. La metà di coloro che si spostano, inoltre, avevano in patria un
lavoro, e moltissimi sono i laureati. In America del Sud si parla di circa
78.000 nuovi arrivi, ma si stima che un 30% degli emigranti non risultino nelle
stime ufficiali, così come spesso succede anche in altri luoghi interessati da
queste nuove forme di mobilità. Per Erio innanzitutto i parlamentari eletti
all’estero dovrebbero “fare lobby” per sensibilizzare le sedi istituzionali
riguardo alle problematiche avvertite da questi migranti, sollecitando a loro
volta anche Comuni e Regioni a creare un osservatorio del fenomeno e
sportelli di informazione mirati. Anche il Mae, sostiene il presidente della Commissione,
dovrebbe avviare una campagna di informazione rivolta a coloro che intendono
andare all’estero. “Qui si dovrebbe prevedere una rete di accoglienza, con la
collaborazione di consolati, Comites, patronati, punti informativi e di
orientamento sul tema lavoro, principalmente, con l’aiuto delle Camere di
commercio italiane presenti sul territorio – afferma Erio, passando a
considerare poi come queste nuove forme di mobilità siano scarsamente attratte
dall’associazionismo più tradizionale, mentre possono essere più affini ad
associazioni ricreative impegnate soprattutto culturalmente. Importante il
rinnovo dei Comites anche per coinvolgere “una rappresentanza più variegata
nell’età” negli organismi eletti dai connazionali all’estero, mentre viene proposto
di stimolare già un coinvolgimento di questi soggetti in movimento in occasione
della prossima plenaria del Cgie, con un seminario organizzato ad hoc oppure
una tavola rotonda.
Nel dibattito seguito alla relazione, Francesco
Papandrea (Australia) segnala i 22.700 circa arrivi di italiani in quel Paese
negli ultimi 12 mesi e la difficoltà di ottenere dalle autorità australiane un
visto di soggiorno di tipo permanente. Comites e patronati possono costituire
un primo punto di riferimento per questi flussi e le problematiche più
avvertite, rileva Papandrea, richiamando una lettera recentemente inviata
dall’Intercomintes al ministro degli Affari Esteri, Emma Bonino, su queste
ultime, in particolare i diritti inerenti al mondo del lavoro. Sempre
dall’Australia, Luigi Casagrande ribadisce il ruolo di assistenza che
potrebbero svolgere i Comites, a scapito della ricomparsa di “agenti
dell’emigrazione”, rilevando la necessità di mettere a disposizione dei fondi
per questo scopo e insiste sull’intervento delle Camera di commercio al
sostegno gratuito della ricerca di lavoro. Alberto Bertali (Gran Bretagna)
evidenzia come il discorso sulle nuove emigrazioni non debba oscurare la
necessità di provvedere a creare opportunità di lavoro in Italia, mentre
Tommaso Conte (Germania) segnala la proposta che i consolati italiani presenti
nelle aree più interessate dagli arrivi possano dotarsi di sportelli
informativi e di assistenza. Bruno Capaldi (Francia) segnala il ruolo svolto
dalla Camera di commercio italiana a Nizza nel fornire orientamento al lavoro e
stage ai giovani italiani, mentre Giacomo Canepa (Perù) rileva come il
Paese stia diventando meta anche di imprenditori italiani interessanti agli
alti tassi di crescita dell’economia locale. Ancora sui servizi di orientamento
al lavoro offerti dalle Camere di Commercio tornano Giangi Cretti (Svizzera) e
Salvatore Tabone (Francia), specificando come, nel caso di finanziamenti
pubblici, essi siano disposti su singoli progetti preventivamente approvati,
ricoprendo solo una minima parte dei costi sostenuti. Franco Narducci, già
parlamentare eletto nella ripartizione Europa, ritiene che il Cgie possa ben
rappresentare l’interfaccia tra l’Italia e questa nuova mobilità, sollecitando
quindi interventi utili alle riforme del Paese, “perché non si risolvono i
problemi esistenti facendo scappare le persone all’estero”. Narducci richiama
in particolare il peso della burocrazia nel fare impresa in Italia, ritardi e
complicazioni che il Parlamento sembra non risolvere con gli interventi
legislativi opportuni, la necessità di rivedere l’intero sistema di formazione
professionale in Italia, collegando scuola e lavoro, in tutti i settori, e
istituendo un percorso di apprendistato credibile, in linea con quello che
avviene nelle altre realtà europee. “Sono tutte problematiche che spiegano il
motivo per cui non si viene ad investire in Italia – prosegue Narducci,
rilevando come da tempo associazioni come l’Unaie, di cui egli è presidente,
discutano di proposte utili a superare tali difficoltà.
Per la Commissione Stato, Regioni, Province
Autonome e Cgie è intervenuto il presidente Antonio Inchingoli, che ha
segnalato la necessità di indire la quarta assemblea plenaria della Conferenza
permanente che riunisce questi diversi organi istituzionali, attesa da oltre un
anno. “Tale sede potrebbe favorire l’articolarsi di indicazioni propositive in
vista delle riforme istituzionali che il governo si propone di adottare –
afferma Inchingoli, apprezzando il coinvolgimento delle Regioni nelle riunioni
della Commissione e augurandosi un proseguimento ed un ulteriore rafforzamento
della collaborazione. Richiamata anche l’importanza di sviluppare la
collaborazione con le Consulte regionali dell’emigrazione. Più favorevole allo
sviluppo di momenti di discussione su singoli argomenti che sull’indizione
della plenaria della Conferenza permanente Silvia Bartolini, che indica quale
modello il seminario svolto sulla lingua e cultura italiana. “La presenza delle
Regioni non manca quando si discute di argomenti concreti, profilo che
interessa tantissimo gli amministratori – afferma Bartolini, confermando la
disponibilità e l’impegno per il prossimo seminario sul sistema di
rappresentanza degli italiani all’estero e per incontri sul tema
dell’internazionalizzazione. Mentre Franco Santellocco (Algeri) sottolinea come
questo Cgie sia riuscito far emergere “un’unicità di indirizzo tra Consiglio
generale e impegno regionale” che si augura possa divenire progressivamente
sempre più organico e stretto, Luciano Neri avverte come il termine
internazionalizzazione sia oggi inflazionato, proponendo un incontro per
discutere piuttosto dell’investimento necessario in cultura, che vuol dire
“patrimonio nazionale, sviluppo nazionale e globale”, riflessione tesa a
produrre azioni decisive per generare crescita. Il segretario generale del
Cgie, Elio Carozza, evidenzia che, sebbene la plenaria richiesta della
Conferenza permanente vada calendarizzata il più presto possibile, ciò accadrà
con tutta probabilità l’anno prossimo.
Pasquale Nestico, presidente della Commissione
Tutela sanitaria, informa l’assemblea di un nuovo invio del questionario
relativo alle necessità socio-sanitarie delle collettività italiane all’estero,
dopo un primo deludente esito. “Hanno risposto ad oggi 11 Comites su 120, per
un totale di circa 760 schede restituite - informa Nestico, ribadendo la
volontà di rilanciare l’iniziativa, coinvolgendo il mondo associativo,
operatori sociali e sanitari, mondo del volontariato e chiunque vi si voglia
impegnare. Il presidente della Commissione Tutela sanitaria ribadisce anche la
necessità di mantenere i fondi destinati all’assistenza diretta e indiretta dei
connazionali all’estero e non reindirizzarli a spese dovute al funzionamento
delle sedi consolari. Sulla mancata riposta al questionario sono intervenuti
per il Lussemburgo Mario Tommasi, che ha segnalato come l’assistenza nel Paese
venga garantita dallo Stato, Marina Salvarezza (Messico) che ha invece
segnalato come esso non si adatti alle caratteristiche particolari della realtà
messicana e le difficoltà connesse anche ad un quadro italiano di risorse per
l’assistenza sanitaria in continuo e veloce mutamento, Neri che ha rilevato
come la situazione dei Comites non aiuti la partecipazione all’iniziativa e
Roberto Volpini, che ha lamentato l’assenza di un momento di confronto con le
Commissioni promotrici (oltre la Commissione per la Tutela sociale, quella
Sicurezza e Tutela Sociale e il gruppo Donne) per confrontarsi sulle difficoltà
dell’iniziativa.
Infine, per il gruppo Donne, è intervenuta Anna
Pompei Ruedeberg, che ha segnalato come nel corso dell’ultima riunione sia
stata evidenziata in particolare la necessità di procedere con il rinnovo dei
Comites e di procedere “con un’informazione capillare e sufficiente per
reclutare nuove forze giovanili e femminili nei Comites e nel prossimo Cgie”.
Richiamata anche la competenza del Consiglio generale nell’intervenire sulla
normativa riguardante la cittadinanza. (V.P. – Inform)
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