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giovedì 27 giugno 2013

Ital Uil: emigrazione italiani nel mondo 2013


PATRONATI

Ital Uil: emigrazione italiani nel mondo 2013

ROMA - Secondo i dati forniti dall'AIRE, l'anagrafe degli italiani residenti all'estero, al 1 gennaio 2013 gli italiani residenti all'estero sono 4.341.156, il 7.3% dei 60 milioni di italiani residenti in Italia. Il maggior numero di connazionali è rimasto entro i confini europei (il 54% dei 4.341.156 residenti all'estero), segue l'America con il 40%, l'Oceania in cui si trova il 3.1% degli italiani, l'Africa, con l'1.3% e l'Asia con l'1%.


Nel 2013, secondo il rapporto italiani nel mondo 2013 della Fondazione Migrantes, rispetto all'anno precedente, solo in Asia sono stati registrati più di 3.500 italiani residenti, mentre il paese maggiormente interessato da queste migrazioni è la Cina, in cui la comunità italiana raggiunge le 6.700 unità. Al 1 gennaio 2013 la popolazione italiana residente in Cina è triplicata rispetto al 2006 (+ 239%) con un picco di trasferimenti nel 2009 (+25%). Lo stesso rapporto evidenzia che tra gli italiani che decidono di trasferirsi in Cina emerge la categoria dei cinesi di ritorno, ovvero cittadini cinesi nati o cresciuti in Italia che, dopo aver acquisito i titoli di studio nel nostro Paese e grazie alla padronanza della doppia lingua, italiano e cinese, tornano in Cina attratti dalla sempre maggiore crescita economica del Dragone.


La più alta percentuale di emigranti italiani si registra nel sud Italia, anche se nel biennio 2012 - 2013 è stato il nord a subire maggiormente il fenomeno della nuova emigrazione con la Lombardia che ha registrato 17.573 unità in più all'estero, seguita dal Veneto con + 14.195. La crisi degli ultimi tempi ha quindi rappresentato per il sud Italia un fattore di impedimento allo spostamento, al contrario del nord Italia.


A che tipo di emigrazione stiamo assistendo? Il fenomeno sembra sempre più cambiare le sue caratteristiche, non  si assiste più alla cosiddetta emigrazione intellettuale come nel primo decennio del 2000, anzi, alla fuga di cervelli si affianca il fenomeno migratorio di lavoratori più o meno qualificati che, a seguito della chiusura delle fabbriche ( in particolare al nord) cercano un'alternativa all'estero.


I dati presentati suggeriscono particolari riflessioni soprattutto in relazione all'attuale dibattito che coinvolge la questione della cittadinanza. Al di là dei vari orientamenti politici e dei diversi approcci al tema dell'immigrazione, il fattore principale che unisce cittadini italiani e cittadini in attesa di cittadinanza è l'emigrazione. L'Italia continua a perdere importanti risorse, rappresentate non solo dai propri connazionali, ma anche da chi ha scelto il nostro Paese per vivere e formarsi culturalmente e professionalmente, ma che, come i nostri giovani, decide di andar via e contribuire allo sviluppo sociale ed economico degli altri paesi.


“Per questo l'Ital Uil  nel continuare a fare appello alle Istituzioni politiche e culturali affinché il fenomeno della nuova emigrazione venga monitorato e studiato, non solo dal punto di vista quantitativo, ma soprattutto sociologico, si impegnerà nei paesi del BRIC rafforzando la propria presenza in Brasile e Sud Africa e a cercare nuove collaborazioni per garantire la presenza del Patronato anche in Russia e in Cina”. (Gilberto de Santis/Inform)

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