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venerdì 28 giugno 2013

CGIE - L’approvazione degli Ordini del Giorno sui lavoratori frontalieri e la cittadinanza

ASSEMBLEA PLENARIA CGIE

L’approvazione degli Ordini del Giorno sui lavoratori frontalieri e la cittadinanza


ROMA - La seduta pomeridiana del secondo giorno di Assemblea plenaria del Cgie si è aperta con l’approvazione all’unanimità dell’Ordine del giorno sui lavoratori frontalieri proposto da Claudio Pozzetti (Frontalieri Cgil) e sottoscritto da numerosi consiglieri. Il Cgie – si legge nell’Odg - condivide l’impegno per arrivare al più presto all’approvazione di uno statuto dei lavoratori frontalieri che definisca un quadro di diritti e doveri reali chiari legati a questa particolare condizione di lavoro e dia soluzione ai problemi in essere generati principalmente dalla mancanza di una regolamentazione specifica.

Da parte del Consiglio Generale si chiede l’apertura di un tavolo di confronto con il governo con l’obiettivo di predisporre l’impianto di uno statuto dei lavoratori frontalieri attraverso il diretto coinvolgimento delle associazioni sindacali, dei lavoratori dei territori di confine, con l’impegno a trasformarlo in legge attraverso la discussione e l’approvazione parlamentare; lo statuto che diventi il punto di riferimento per portare avanti negoziati internazionali in grado di produrre accordi bilaterali con i paesi di confine che prevedano specificatamente una disciplina per lavoro frontaliero.

L’assemblea ha poi approvato a maggioranza, con quattro voti contrari e quattro astenuti, un Ordine del giorno sulla cittadinanza in cui si chiede ai presidenti di Camera e Senato, ai presidenti delle Commissioni Affari Costituzionali dei due rami del Parlamento e ai gruppi parlamentari di avviare al più presto l’esame dei disegni di legge relativi alla cittadinanza e, in tale occasione, di delineare le soluzioni più idonee per l’accesso per la cittadinanza sia agli stranieri residenti in Italia che agli italiani residenti all’estero. Nell’Odg si affrontano in pratica la questione dell’applicazione dello jus soli ai bambini stranieri nati in Italia e le problematiche connesse al recupero della nostra cittadinanza da parte dei discendenti di donne che hanno perso la cittadinanza italiana per matrimonio con stranieri e di italiani che l’hanno perduta perché emigrati in paesi dove non era prevista la doppia cittadinanza. Nell’Ordine del giorno si ricorda anche il problema delle pratiche di richiesta di cittadinanza italiana ancora in giacenza ad esempio presso le strutture diplomatiche in Brasile.

All’approvazione dell’Odg si è giunti dopo un lungo dibattito che è stato aperto da Walter Della Nebbia  (Usa). Il consigliere  si è detto contrario a tenere unite nel medesimo Ordine del giorno le problematiche dell’immigrazione e dell’emigrazione. Dello stesso parere il consigliere Primo Siena (Cile) che ha evidenziato l’esigenza di mettere dei “paletti” sia al grado generazionale necessario per l’acquisto della cittadinanza all’estero, sia alla concessione della cittadinanza in Italia. Dello stesso tono l’intervento di Tullio Cerciello (Stati Uniti) il quale ha detto di ritenere che non sia di competenza del Cgie la questione della cittadinanza per gli immigrati. La necessità di votare due Ordini del giorno separati è stata sostenuta anche da Nazzareno Mollicone (Ugl) che in alternativa ha auspicato un voto sulla materia per singoli paragrafi.

Diversa la posizione del vice segretario generale per i Paesi anglofoni extraeuropei Silvana Mangione  che ha ricordato come il Cgie abbia fra i suoi compiti, previsti dalla legge istitutiva, l’analisi dei problemi degli italiani all’estero in armonia con lo sviluppo politico culturale economico e sociale dell’Italia. Una fattispecie, quest’ultima, che si adatta perfettamente con la presenza dei nuovi immigrati nel nostro paese. La Mangione ha inoltre affermato come non sia giusto rinnegare il diritto allo jus soli per gli immigrati in Italia quando questo principio ha permesso l’acquisizione della doppia cittadinanza a tanti figli di nostri connazionali all’estero. Anche il componente del Comitato di Presidenza Norberto Lombardi si è detto contrario allo stralcio della questione degli immigrati dall’Odg in discussione. Lombardi, dopo aver ricordato che la presenza degli immigrati in Italia è destinata a crescere in maniera esponenziale nel giro di pochi decenni, ha sottolineato l’esigenza di decidere, anche con scelte su questi temi, se il Cgie debba essere un istituto alto di rappresentanza con l’ambizione di interloquire con le istituzioni italiane su tutti i nodi decisivi dello sviluppo della comunità italiana, oppure uno strumento che disegna intorno a se i propri limiti. Lombardi ha anche segnalato come a tutt’oggi la presenza degli immigrati nel nostro paese sia caratterizzata da una variegata proposta letteraria in lingua italiana e da una capillare attività sul territorio di imprese gestite da stranieri che cominciano a dare lavoro anche agli italiani.

Dal canto suo Oberdan Ciucci (Cisl) si è detto favorevole all’applicazione dello jus soli ed ha ricordato come oggi in Italia vivano numerosi ragazzi stranieri, circa un milione, che sono a tutti gli effetti italiani e che non possono tornare ala terra d’origine in quanto hanno perduto ogni contatto anche linguistico con le loro radici. L’esigenza di dare cittadinanza ai bambini stranieri nati in Italia ma con dei precisi “paletti” è  stata sostenuta da Riccardo Pinna (Sud Africa) che ha inoltre segnalato come in Sud Africa , dove  persistono discriminazioni anche a livello universitario verso i figli delle comunità immigrate, il figlio di genitori regolarmente residenti acquisti alla nascita la cittadinanza sudafricana.

Il componente del Comitato di Presidenza Augusto Sorriso ha spiegato come negli Stati Uniti anche se un bambino nasce in suolo americano da cittadini stranieri irregolari finisca per acquisire la cittadinanza americana per tutta la vita . Sorriso, dopo aver ricordato che i bambini non possono portare il peccato originale dell’eventuale irregolarità dei genitori, si è detto favorevole all’Ordine del giorno ed ha sottolineato la necessità di mettere a disposizione l’esperienza degli italiani all’estero dei ragazzi che vogliono integrarsi nella società. A seguire è intervenuto Fernando Marzo (Belgio) che ha evidenziato come in Belgio, dove ormai da tempo  si utilizzino i principi dello jus soli e dello jus sanguinis, siano state trovate soluzioni positive soprattutto per quanto riguarda l’integrazione e l’accettazione del diverso. Dopo l’intervento di Carlo Consiglio (Canada) che ha chiesto, per un’approvazione all’unanimità dell’Odg,  l’inserimento nel testo una modifica in cui si invita i parlamentari a legiferare sulla materia “tenendo conto delle problematiche dei ragazzi che nascono in Italia e degli interessi della tutela e garanzia per l’Italia a seguito di queste concessioni”, il consigliere Norberto Lombardi ha nuovamente preso la parola e si è detto disponibile ad inserire nel dispositivo dell’Odg riferimenti sulla necessità di garantire nell’ambito dell’acquisizione della cittadinanza in Italia una migliore coesione sociale. Da segnalare inoltre gli interventi di Alberto Bertali (Gran Bretagna), che chiesto di trovare sul punto in discussione un compromesso fra le varie anime del Cgie, e di Franco Papandrea (Australia) che ha sottolineato come durante la sua esperienza migratoria in Australia abbia potuto superare le discriminazioni solo grazie ai diritti garantiti dai legislatori in loco. Per Papandrea inoltre gli emigranti che hanno goduto dei diritti di cittadinanza in altri paesi non possono negare questa prerogativa agli stranieri che vivono e contribuiscono alla crescita dell’economia dell’Italia.

Dopo l’intervento di Giuseppe Nanna (Sud Africa), che ha segnalato episodi di razzismo contro i bianchi cattolici italiani in Sud Africa ed ha chiesto di specificare i paletti da mettere alla concessione della cittadinanza italiana, ha preso la parola il segretario generale Elio Carozza che ha messo a votazione l’Ordine del Giorno modificato. Per quanto poi riguarda la legge di stabilità Carozza ha segnalato sia la volontà del Mae di riassegnare nel 2014 ai capitoli di spesa per gli italiani all’estero più o meno gli stessi stanziamenti del 2013, sia l’esigenza di reinserire nel quadro di stabilità 2014 le spese relative all’elezione dei Comites e del Cgie. Il segretario generale ha anche chiesto il via libera all’assemblea sulla possibilità di chiedere alla DGIT , da parte del Comitato di Presidenza, l’utilizzo di risorse leggermente superiori per la promozione della lingua e cultura italiana all’estero. (G.M. -Inform)

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