GIORNATA
MONDIALE DEL RIFUGIATO 2013
A Roma
l’incontro dell’ UNHCR “In 1 minuto una famiglia può perdere tutto. A te basta
1 minuto per aiutarli”
Boldrini: “Io credo fortemente che la crisi economica non debba essere invocata per negare standard di accoglienza dignitosi a chi sfugge alle violenze della guerra e dalle persecuzioni”
Boldrini: “Io credo fortemente che la crisi economica non debba essere invocata per negare standard di accoglienza dignitosi a chi sfugge alle violenze della guerra e dalle persecuzioni”
Kyenge: “Per
fare una buona integrazione dobbiamo avere il coraggio di dire che quando le
culture si incontrano si arricchiscono e diventano più forti e quindi che le
diversità sono una risorsa”
ROMA – In occasione della Giornata Mondiale del Rifugiato 2013 si è
svolta a Roma, presso la Casa dell’Architettura, la tavola rotonda promossa
dall’UNHCR sul tema “ In 1 minuto una famiglia può perdere tutto. A te basta 1
minuto per aiutarli”. L’incontro è stato moderato dalla giornalista del
Tg3 Maria Cuffaro che a ricordato come a tutt’oggi nel mondo siano
presenti 45 milioni di profughi che vivono situazioni di disagio ed
insicurezza. Uomini, donne e bambini a cui, secondo la giornalista, bisogna
dare dignità anche per evitare che il disagio si trasformi in rabbia. Dopo il
saluto del presidente della Casa dell’Architettura di Roma Alfonso Giancotti
che ha evidenziato come questo evento multimediale è stato realizzato in collaborazione
con la Comunità Pitagora, il delegato dell’UNHCR per il Sud Europa Laurens
Jolles ha invitato i presenti a tenere un minuto di silenzio per il personale
dell’Onu rimasto ucciso ieri a Mogadiscio durante un’incursione terroristica.
Jolles ha poi sottolineato come, secondo i dati del rapporto statistico 2012
dell’UNHCR, oggi nel mondo si crei ogni 4 secondi un nuovo sfollato o
rifugiato. “Alla fine del 2012 – ha spiegato Jolles - erano 45 milioni le
persone costrette ad abbandonarte le loro case. In questo ambito si conferma
ancora una volta la tendenza che vede i paesi più poveri ad ospitare la maggior
parte delle persone costrette alla fuga. L’81% dei rifugiati trova infatti oggi
accoglienza nei paesi in via di sviluppo. Un altro dato che deve farci
riflettere – ha proseguito Jolles - è quello sui bambini e gli adolescenti che
costituiscono il 50% dei rifugiati nel mondo. L’anno scorso 21.3000 domande,
una cifra record, sono state inoltrate dai minori non accompagnati. In Italia –
ha aggiunto Jolles - il dato del 2012 è in controtendenza con le dinamiche
globali. Lo scorso anno sono state presentate circa 17.500 domande d’asilo,
circa la metà del 2011, ma comunque il linea con la media degli ultimi anni. .
Nel ricordare che per l’integrazione dei rifugiati in Italia c’è
ancora molto da fare, Jolles ha auspicato una riorganizzazione del
sistema di accoglienza del nostro paese nel suo complesso, in modo da garantire
assistenza almeno alle domande d’asilo presentate annualmente. Con riferimento
all’emergenza siriana Jolles ha infine lanciato un appello allo Stato
italiano affinchè venga applicata con misure di maggior favore la normativa sul
ricongiungimento familiare. Dopo il breve saluto della testimonial dello
spot televisivo dell’UNHCR Nicole Grimaudo, che ha evidenziato come passione e
impegno rappresentino l’unico antidoto contro l’indifferenza con cui spesso si
guardano i drammi dei rifugiati, ha preso la parola il presidente della Camera
Laura Boldrini che ha ricordato come la fuga dei profughi non distrugga solo la
quotidianità delle persone ma finisca spesso per dividere intere famiglie con
gravi conseguenze per i figli che “finiscono per crescere troppo in
fretta”.
“La separazione delle famiglie – ha precisato la Boldrini - è comunque
pesantissima. E’ difficile anche quando si va nei paesi occidentali che
ospitano solo il 20% dei rifugiati a livello globale , ma che considerano i
rifugiati nel dibattito pubblico sempre troppo numerosi. In Europa e in Italia
– ha aggiunto il presidente della Camera - legislazione è avanzata e prevede
che i rifugiati possano farsi raggiungere dai propri familiari, ma queste norme
non sempre vengono applicate e la loro utilizzazione non è uniforme.… L’Italia
– ha proseguito la Boldrini - è il ormai il sesto paese europeo per numero di
rifugiati e quindi non è più una nazione di transito. Questo deve rappresentare
uno stimolo a dare delle prospettive reali di integrazione e inclusione sociale
a questi rifugiati. Nelle nostre città da troppo tempo si moltiplicano gli
insediamenti informali in situazioni di estremo degrado di chi ha avuto lo
status di rifugiato. Io credo fortemente che la crisi economica non debba
essere invocata per negare standard di accoglienza dignitosi a chi sfugge alle
violenze della guerra e dalle persecuzioni”. Dopo aver ricordato che alla
Camera il ministro degli Interni Alfano ha parlato di un ampliamento a 8.000
posti del sistema italiano di accoglienza dei rifugiati, la Boldrini, ha
sottolineato l’esigenza che il progetto di riforma del sistema comune di asilo
approvato pochi giorni fa dal Parlamento europeo, venga discusso al più presto
anche dal Parlamento italiano. Il presidente della Camera ha anche auspicato
sia il rapido approntamento di un sistema di asilo europeo, che garantisca standard
alti e uniformi in tutti i paesi dell’Ue, sia una mobilitazione dei cittadini,
delle istituzioni e degli Stati membri dell’Unione europea contro la crescente
xenofobia presente nel continente. La Boldrini ha anche annunciato di voler
organizzare a Roma , possibilmente nel 2014 durante semestre di presidenza
italiana del Consiglio dell’Unione Europea, una conferenza internazionale
sull’Europa dei diritti a cui dovrebbero partecipare i presidenti dei
parlamenti dell’Ue e dei parlamenti della sponda sud del Meditterraneo. Il
presidente della Camera ha infine reso noto che il Governo intende semplificare
le norme per l’acquisto della cittadinanza per i bambini stranieri nati in
Italia.
La delegata dell’UNHCR per la Somalia Alessandra Morelli ha dal canto
suo sottolineato come sia necessario proteggere il grido di dolore
che, al di là delle differenze culturali ed etniche, accomuna tutti i profughi
che fuggono dalle guerre e dalle persecuzioni. “Bisogna – ha precisato la
Morelli - far risalire quel grido, che diventa missione, a dignità. Perché una
famiglia divisa dalla guerra è già troppo”
E’ poi intervenuto il rappresentante del Tavolo Nazionale Asilo
Filippo Miraglia che ha auspicato la creazione di un Commissione parlamentare
d’inchiesta sugli incidenti accaduti in mare dal 2008 ad oggi con vittime fra i
profughi e ha evidenziato l’esigenza di non considerare come un’emergenza
l’arrivo di poche migliaia di chiedenti asilo. Una questione che andrebbe
invece affrontata con iniziative di accoglienza strutturali capaci di dare
risposte a tutti i rifugiati. La necessità di non vedere i viaggi della
speranza dei migranti come un evento imprevedibile è stata sostenuta anche
dal sindaco di Lampedusa Giusi Nicolini che ha chiesto un superamento della
logica dell’emergenza e l’approntamento in Italia una diffusa rete di
accoglienza per i chiedenti asilo e gli immigrati.
“La voce del popolo durante il mio mandato – ha esordito il ministro
per Integrazione Cécile Kashete Kyenge - sarà nel mio studio ed in fondo
al mio cuore per ricordarmi che quel posto non è mio ma della cittadinanza, e
che io sono semplicemente portavoce di quello che viene dal paese. Il mio
compito è infatti quello di cercare di dar voce e corpo alle progettualità e a
tutte le esigenze che provengono dal Paese”. Il ministro ha poi sottolineato
l’esigenza sia di raccordare le politiche dell’Unione Europea sull’immigrazione
e l’accoglienza, sia di superare, partendo dalle buone pratiche, gli
errori compiuti dall’Italia nel campo della tutela dei diritti fondamentali.
Per la Kyenge occorre dunque riportare al centro di ogni politica i diritti
della persona, come ad esempio quello della cittadinanza per i ragazzi nati e
cresciuti in Italia da genitori stranieri.
“Noi – ha aggiunto il ministro che ha anche segnalato l’impegno del
governo a snellire le pratiche per i chiedenti asilo – dobbiamo cominciare a
porre il tema del rifugiato e dell’immigrato con l’ottica dell’integrazione, in
modo di accendere la speranza nel futuro… Per fare una buona integrazione – ha
concluso la Kyenge - dobbiamo promuovere l’interazione, dobbiamo avere il
coraggio di parlare di meticciato, di mescolamento e di dire che quando le
culture si incontrano si arricchiscono e diventano più forti e che quindi le
diversità sono una risorsa. Di fronte ai rifugiati diventiamo quindi tutti più
ricchi”. (Goffredo Morgia- Inform)
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