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giovedì 20 giugno 2013

Alla Galleria nazionale d’arte moderna a Roma la mostra “Il tempo della modernità. Pittura ungherese 1905-1925”

ANNO CULTURALE UNGHERIA-ITALIA 2013
L’iniziativa verrà inaugurata il 24 luglio

Alla Galleria nazionale d’arte moderna a Roma la mostra “Il tempo della modernità. Pittura ungherese 1905-1925”

ROMA – Sarà inaugurata lunedì 24 giugno alle ore 18.30 presso la Galleria nazionale d’arte moderna a Roma la mostra intitolata “Il tempo della modernità. Pittura ungherese 1905-1925” realizzata dalla Galleria Nazionale Ungherese di Budapest nell’ambito dell’Anno culturale Ungheria-Italia 2013.

L’allestimento, curato da Mariann Gergerly con la collaborazione di György Szücs, Martina De Luca (Gnam) e Zsolt Vasáros, propone oltre 140 tra quadri, opere su carta, fotografie e documenti prodotti nel tumultuoso periodo storico-artistico che corrisponde al primo quarto del Novecento nel suo incontro con la modernità: dal neoimpressionismo alle avanguardie, passando per il cosiddetto Fauvismo ungherese.

Modernità e tradizione, avanguardia e folklore, suggestioni straniere e atmosfere locali: sono questi i due poli intorno ai quali gravita l’esposizione, articolata in sei sezioni dedicate ognuna ad uno dei momenti salienti dell’ “epoca d’oro” dell’arte ungherese. Sono gli anni in cui rientra da Parigi il “Nabis ungherese” József Rippl-Rónai, in cui si cominciano a conoscere le canzoni popolari raccolte da Béla Bartók e si pubblicano nuove riviste di arte e letteratura. In quel tempo irrompono sulla scena artistica i pittori che a Parigi avevano seguito gli insegnamenti di Matisse e che - a contatto con l’esperienza della pittura en plein air promossa nella colonia di pittori di Nagybánya -

danno vita al “Gruppo degli Otto”. All’esuberanza cromatica degli “Otto” si affianca il rigore intellettuale del costruttivismo ungherese, che si sviluppa al di fuori dei confini nazionali dopo la caduta della Repubblica Ungherese dei Soviet.

La mostra approfondisce inoltre i significativi rapporti con l’Italia. Il più importante è il rapporto con il Futurismo, presentato al meglio a Budapest già nel 1913 con una celebre mostra, mentre negli anni venti è la tensione verso il revival classico ad accomunare le ricerche di molti artisti di entrambi i paesi. La mostra è realizzata grazie al sostegno del Fondo Nazionale Culturale e del Ministero delle Risorse Umane d’Ungheria. (Inform)

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